Se è vero che i dati sono il centro dell’economia IoT, allora i Data Center sono il cuore concreto di questo sistema, garantendo la continuità operativa. Sempre più spesso si concentrano e raggiungono dimensioni ragguardevoli. Concentrare la tecnologia di conservazione dei dati è un’opportunità perché ottimizza i costi ma è anche una grande sfida per la sicurezza. Sbagliare diventa davvero una opzione non contemplata e l’affidabilità delle soluzioni deve essere comprovata. Così è stato per un grande Data Center di Acilia, in provincia di Roma, di proprietà di un grande player delle telecomunicazioni italiano. Questo sito classificato come TIER IV, il massimo grado di protezione e sicurezza a livello internazionale.
I data center vengono classificati da un istituto internazionale a seconda del loro livello di sicurezza, anche in caso di eventi naturali o comunque eccezionali, come terremoti e allagamenti. Lo standard TIA-942 ha prodotto la classificazione su quattro livelli TIER (da 1 a 4), dove il quarto livello è il più sicuro. Le enormi dimensioni del data center di Acilia hanno consentito al proprietario di mettere a disposizione il sito anche ad altre grandi realtà, come società di assicurazioni, gestori di infrastrutture viarie ecc. Proprio per uno di questi grandi player assicurativi Kerberos ha progettato, prodotto e installato il suo sistema di monitoraggio X-MONITOR, integrandolo con gli strumenti di sicurezza e allarmistica.
La scelta del cliente
Il cliente ha optato per un sistema di monitoraggio che lavorasse su ogni singolo consumo di linea di alimentazione dei vari rack, sia per la parte elettrica sia per la sensoristica. Quest’ultima è stata installata all’interno dei rack con la funzione di monitoraggio sia ambientale che di allarmistica: temperatura, fumo, allagamento, apertura e chiusura porta anteriore e posteriore per ogni singolo rack installato nel data center.
La scelta è stata quella di monitorare ogni singolo armadio al fine di riconoscere eventuali allarmi e fare analisi di consumi per il risparmio energetico. Il monitoraggio viene fatto su ogni linea di alimentazione perché i rack hanno da una fino a sei linee di alimentazione, proprio perché devono garantire elevati standard di sicurezza. Ad oggi sono installati circa 70 armadi. Su ogni armadio sono stati installati i dispositivi Kerberos con la relativa sensoristica. Per quanto riguarda poi l’infrastruttura di rete, ci sono tre accentratori, tre gateway KET-GZE-210.R che collegano a gruppi di 23. I dati vengono raccolti, elaborati ed inviati in linguaggio JSON a un centro di elaborazione dati. Il software mappa ogni singolo armadio; tramite una piantina si può vedere lo stato di temperatura, fumo gas e altro di ogni singola parte.
Modalità di intervento
Le prime richieste di preventivo sono arrivate nel mese di luglio. A settembre sono stati fatti i primi sopralluoghi: per Kerberos sono fondamentali perché consentono di modellare con estrema precisione la tecnologia in base alle esigenze e possibilità concrete del cliente. Concluse le operazioni burocratiche e progettuali, la fornitura del materiale è avvenuta a novembre. A dicembre sono state installate le prime sessanta cabine. Le ultime dieci sono in fase di completamento, in attesa che il cliente indichi le sue esigenze di customizzazione. Il sistema è comunque già perfettamente funzionante.
L’installazione è stata fatta da un installatore di fiducia di Kerberos. Sono stati prima predisposti i cavi di corrente, poi gli armadi rack ed infine sono stati inseriti i Supervisori Smart versione Slave KET-RKS-100. La settimana prima della consegna degli armadi rack sono state installate le prolunghe industriali complete di power meter monofase KET-RKE-032 e trifase KET-RKE-063 per la misurazione dell'energia consumata. Una volta montati gli armadi, sono stati inseriti gli strumenti di monitoraggio, come KET-RKF-100 Sensore rilevazione di fumo/incendio; KET-RKA-100 Sensore antiallagamento; KET-RKT-100 Sensore di temperatura NTC; KET-RKP-100 Sensore apertura porta rack.
Risultati
Gli interventi hanno permesso non solamente una ottimizzazione dei consumi energetici, ma la messa in sicurezza dei CED e il loro monitoraggio continuo a garanzia della continuità di produzione secondo i canoni TIER IV.