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Perché la qualità dell’aria indoor è una priorità

Spesso si tende a sottovalutare l’importanza di un ambiente indoor salubre, pensando che gli allarmi siano esagerati o mossi da interessi commerciali. In realtà, numerosi studi scientifici hanno dimostrato una correlazione diretta tra la presenza di inquinanti come CO2, VOC e particolato (PM) negli spazi chiusi e l’insorgenza di patologie respiratorie e altre problematiche di salute.

Negli ultimi dieci anni, le principali agenzie internazionali – tra cui OMS, OSHA, EPA – hanno aggiornato costantemente linee guida e standard numerici per la qualità dell’aria, riconoscendo la gravità del fenomeno. Secondo l’OMS, nel 2016 la cattiva qualità dell’aria ha causato 4,2 milioni di morti: il 17% per ictus, il 25% per BPCO e il 26% per altre malattie respiratorie. È stato inoltre riscontrato che i livelli di inquinanti indoor possono essere da due a quattro volte superiori a quelli outdoor, mentre negli Stati Uniti si trascorrono in media oltre 22 ore al giorno in ambienti chiusi.

Impatto sulla salute e costi economici

L’aria indoor di scarsa qualità rappresenta uno dei principali rischi ambientali per la salute a livello globale. Le patologie associate agli edifici si dividono principalmente in:

• BRI (Building Related Illness): sintomi clinicamente definiti e diagnosticabili, direttamente collegati ai contaminanti dell’edificio.
• SBS (Sick Building Syndrome): sintomi diffusi (mal di testa, affaticamento, nausea, tosse, secchezza della gola, problemi oculari, ecc.) la cui causa è meno chiara, ma collegata alla cattiva qualità dell’aria interna.

La SBS, solo negli Stati Uniti, colpisce tra 10 e 25 milioni di persone, generando perdite di produttività stimate tra 82 e 104 miliardi di dollari l’anno, a cui si aggiungono 140 miliardi di dollari di spese mediche dirette.

Fattori di rischio e parametri da monitorare

I “generatori” di SBS e BRI sono molteplici e includono:

• Fattori fisici: temperatura, umidità, ventilazione, illuminazione, rumore, qualità dell’aria
• Fattori biologici e chimici: presenza di muffe, emissioni di sostanze nocive
• Fattori psicosociali e individuali: età, sesso, predisposizione genetica, abitudini come il fumo, stato psicologico

I principali inquinanti indoor da monitorare sono O3, CO, CO2, SO2, NO2, particolato (PM), TVOC. Questi possono causare stanchezza, infezioni respiratorie, BPCO e, nei casi più gravi, cancro ai polmoni.

Comfort termico e umidità: gli standard di riferimento

Per garantire il comfort e la salubrità degli ambienti, la norma ASHRAE 55-2017 raccomanda:

• Temperatura interna: 20,3–23,9°C in inverno, 23,9–26,9°C in estate
• Umidità relativa: tra il 30% e il 60% (EPA), per ridurre la crescita di muffe

La soluzione Kerberos: sensori e consulenza per la salubrità ambientale

Kerberos è da anni in prima linea nella promozione della salubrità degli ambienti indoor, offrendo:

• Sensori avanzati per il monitoraggio in tempo reale di CO2, VOC, PM e altri parametri ambientali
• Soluzioni integrate per la gestione della qualità dell’aria e l’ottimizzazione del comfort
• Consulenza gratuita e personalizzata per aziende, scuole, uffici e spazi pubblici

Dotarsi di sistemi di monitoraggio è fondamentale per prevenire rischi, migliorare il benessere e ridurre i costi legati a malattie e assenteismo. Kerberos mette a disposizione anche uno studio scientifico gratuito dell’Università della Florida sugli effetti degli inquinanti indoor sulla salute.

Contatta Kerberos per scoprire tutte le soluzioni dedicate alla qualità dell’aria e alla gestione intelligente degli spazi indoor.

 

Per avere una consulenza gratuita su questi temi scrivi a sales@kerberos.energy. 

Per scaricare gratuitamente lo studio dell’Università della Florida sull’effetto degli inquinanti indoor sulla salute fai clic qui.